Pomodoro da industria: le aspettative per la campagna
Autore: Concetta di Lunardo
“Ci stiamo preparando alla campagna di trasformazione del pomodoro da industria, che partirà il mese prossimo. Le aspettative, almeno sul fronte della qualità del prodotto in campo, sono positive”.
“Gli iniziali problemi nella coltivazione sembrano ormai superati, in particolare per quanto attiene l’approvvigionamento idrico. Nessun problema, invece, per la manodopera, considerato che la maggior parte della raccolta è meccanizzata”.
Sarà fondamentale, inoltre, puntare su un’attenta attività di valorizzazione delle nostre produzioni tipiche, a sostegno soprattutto della filiera del pomodoro pelato, non solo per l’elevato impatto occupazionale che caratterizza questo tipo di produzione, ma soprattutto per l’alta qualità di alcune tipicità locali come il San Marzano”. Così a FreshPlaza Enzo Perano, amministratore delegato dell’azienda campana Perano Enrico & Figli Spa.
Da oltre sessant’anni, la Perano Enrico & Figli trasforma e commercializza un’ampia varietà di pomodori a marchio Galletto, con volumi complessivi che si attestano intorno alle 80.000 tonnellate di pomodoro, sia tondo che lungo. L’azienda, giunta oggi alla terza generazione di imprenditori, è presente massicciamente – sia a marchio privato che private label – nella grande distribuzione organizzata italiana ed estera.
Negli anni, ha fidelizzato e selezionato agricoltori altamente specializzati nella produzione di materia prima. Il pomodoro, nella maggior parte dei casi, è raccolto meccanicamente e selezionato varie volte sia in campo sia all’arrivo in stabilimento, attraverso lettori ottici e pure manualmente, al fine di eliminare i pomodori non maturi o quelli troppo maturi.
L’assortimento dei trasformati spazia dai pelati di San Marzano, disponibili in vari formati, alla classica Passata di Pomodoro in formato vetro da 690 grammi e si arricchisce di specialità come i Pomodorini, i Datterini, e i cubettati.
“Al momento – dice Enzo Prano – non ci sono problemi produttivi, con trapianti e volumi previsti in linea con l’anno precedente. Stiamo programmando le produzioni, considerato che il lockdown con il fermo dei canali horeca e ristorazione, che ha frenato la vendita dei grandi formati (3 Kg. in particolare) e aumentato la richiesta dei piccoli formati. In generale, se osserviamo i dati relativi alle vendite nel periodo cruciale del Covid-19, abbiamo avuto un forte incremento dei consumi non solo nel segmento del trasformato, ma anche per frutta e ortaggi confezionati, rispetto allo sfuso”.
L’azienda è dotata di un ampio stabilimento e di linee di lavorazione di ultima generazione, oltre che di selezionatrici computerizzate (fornita da Raytec Vision), al fine di controllare nel dettaglio la morfologia di ciascun pomodoro, selezionando così il prodotto sano, e scartando quello imperfetto o non maturo, così da ottenere un prodotto finale all’altezza delle aspettative.
Parallelamente alla produzione dei trasformati, il marchio sta puntando a diversificare la produzione con referenze stagionali, in particolare asparago verde e patate novelle: articoli forniti alla produzione dalle stesse cooperative che consegnano il pomodoro.
La Campania costituisce il maggior bacino di produzione di pomodoro destinato alla trasformazione industriale. Su un centinaio di stabilimenti operanti in Italia, la metà sono in Campania, concentrati prevalentemente nelle province di Napoli e Salerno, dove sono presenti i principali gruppi del comparto agroindustriale a livello nazionale ed europeo.
Con un fatturato nazionale di 3,1 miliardi, l’Italia è leader nel mondo nella lavorazione dei derivati del pomodoro, primo fra tutti il pomodoro pelato.
“Tra le novità della prossima campagna commerciale – conclude l’imprenditore – la nuova linea dei sughi pronti della tradizione contadina campana, che abbiamo testato con i nostri tecnologi alimentari nei nostri laboratori interni di ricerca e sviluppo (R&D). Studiando bene e calibrando le ricette alle varietà di pomodoro più idonee alle esigenze di un prodotto posizionato su un segmento di fascia premium. Osserviamo che le nuove tendenze alimentari vedono uno spostamento verso prodotti maggiormente lavorati, capaci di rispondere a un consumatore curioso ma pragmatico, disposto a spendere di più dove riconosce il valore. Senza una materia prima di ottima qualità, infatti, non è possibile ottenere il riconoscimento da parte del mercato”.
Fonte: https://www.freshplaza.it/